Titino Carrara, Giorgia Antonelli e una nuova formazione teatrale.
Pipa e Pece: una storia che viene da lontano.
Pipa e Pece sono strumenti artigianali usati nel teatro all’antica italiana per provocare fiammate.
Pipa e Pece è oggi il nome di una Compagnia che attinge a larghe mani alla tradizione del teatro viaggiante e popolare per produrre nuove e appassionate avventure teatrali.
Titino Carrara, figlio d’arte di una delle storiche famiglie del teatro italiano, ritorna alle origini per raccontare una storia, la sua, che coincide con l’epopea dei teatri viaggianti e ne restituisce la disarmante bellezza.
Oltre ad interpretare in due spettacoli le sue radici teatrali, Titino trova nei nuovi linguaggi e in un serrato rapporto con opere letterarie, una nuova via di incontro con i pubblici.
Il sodalizio con Massimo Carlotto, l’amore per Suskind e per Calvino restituiscono narrazioni, spettacoli e incontri (anche dedicati agli spettatori giovanissimi) ricchi di forza e di vitalità.
Ogni volta che si declina il nome dell’associazione, Pipa e Pece, la gente sorride: è un nome simpatico,
ci si può giocare… Ma non tutti sanno che…
Un barattolo con un lungo cannello, una sorta di grossa pipa contenente pece greca tritata finissima; il coperchio aveva dei forellini e un moccolo di candela; si soffiava nel cannello, la pece, leggerissima, volava attraverso i fori del coperchio e, a contatto con la fiamma della candela, esplodeva in fiammate alte quanto il vigore della soffiata…
Si apriva una botola e appariva il Diavolo nelle sacre rappresentazioni.
Un pezzo di storia del teatro antico ma ancora efficace: la fiamma.
E ogni volta che si apriva una botola dal sottopalco, la Pipa a Pece con le sue lingue di fuoco annunciava non solo l’apparire del Diavolo, ma l’acre odore della fiammata riproponeva tutto il sulfureo appartenente ai misteri delle botole e del sottopalco, quei misteri che fanno del rito del Teatro un elemento insostituibile.
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