Lo Chiamavano Biancaneve

Teatro Musica


di

Titino Carrara

con

Titino Carrara, Giorgia Antonelli

musiche di

Maurizio Camardi

regia di

Titino Carrara



Ventidue case di legno e lamiera e un campo da calcio, in discesa con un albero di cachi al centro, possono essere un paese?

Per i suoi cinquantadue abitanti nati nei più disparati luoghi della terra e poi, per i motivi più disparati, arrivati lì, sicuramente sì.

Ma per il resto del mondo…il paese non è un paese: sulle mappe, sulle carte geografiche non si trova, per il resto del mondo il paese non esiste. Esistono solo cinquanta chilometri di strada sterrata che portano lì.

Ma un giorno… nel vicino boschetto precipita un piper pieno di sacchi contenenti una miracolosa polvere bianca, strepitosa come fertilizzante.

Si dà così il via ad una serie di avvenimenti esilaranti, primo fra tutti la partita di calcio più divertente della storia, tra zuffe epiche, revolverate, portieri con la dissenteria e campi da gioco tracciati con la polvere bianca dai magici poteri.

Sarà proprio l’eco degli avvenimenti a portare in paese “alti funzionari” e “rappresentanti del governo”, pronti a riconoscere il paese in cambio della consegna del “fertilizzante stupefacente”.

In questo paese immaginifico e variopinto dove la giustizia terrena è amministrata da don Cayetano Altamirano a suon di pallottole e mezcal, e la giustizia divina è amministrata da Madre Hinga, dispensatrice di sberle e

avemaria in egual misura e con pari rapidità, si consuma una scalcinata commedia degli equivoci di irresistibile comicità.

La diversità di linguaggi, tradizioni, cultura dei cinquantadue abitanti adulti regala l’affresco di una comunità aperta, solidale e partecipativa, pronta a fare fronte comune davanti alle avversità.

Una storia esilarante, a cavallo tra il western e la commedia brillante, in un vortice di situazioni e personaggi tanto surreali quanto assolutamente credibili.


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